con il suo “De Ornatu Mulierum” Trotula de Ruggiero, medico, insegnante e scrittrice delle mulieres salernianae, accende una luce rosa nell’oscurantismo medioevale.
La letteratura medica inglese del XIII secolo la ricorda con il nome di Dame Trot , ma le sue origini si risalgono all’Alto Medioevo: Trotula de Ruggiero nacque, presumibilmente, intorno al 1035 da una delle famiglie più ricche e nobili della società salernitana. Non conosciamo molti dettagli biografici: di lei sappiamo che fu una nobildonna bellissima, dotata di intelligenza e sensibilità fuori dal comune e che l’alto lignaggio le consentì di spingersi oltre quello che comunemente veniva concesso ad altre donne.
Trotula studiò presso la Scuola Medica Salernitana: un’opportunità riservata alle donne che, oltre ad avere alle spalle una famiglia facoltosa, mostravano attitudine allo studio ed una certa solerzia nel prendersi cura delle persone più bisognose. Queste donne vennero chiamate Mulieres Salernitanae : Trotula ne fu la massima rappresentante, insieme ad altre tra cui Costanza Calenda, Rebecca Guarna, Abella Salernitana, Mercuriade e Francesca di Roma.
Nasce una branca della medicina dedicata alle donne
Le Mulieres Salernitanae non erano solo donne a cui veniva concesso il vezzo di frequentare un’Istituzione universitaria ma delle personalità esperte in cosmetici quanto di erbe e medicamenti. Tenute in grande considerazione sia dai malati che dai medici, trasformarono gli antichi saperi circa le guarigioni in scienza medica e, per questo, non furono perseguitate come le streghe. Tutto ciò fu possibile grazie all’influenza della cultura longobarda, che vedeva la figura femminile allineata a quella maschile nelle vicende religiose, politiche, sociali e militari.
In questo contesto di grande respiro, prima che l’entrata in vigore dello Studium di Federico II e successivamente di Carlo D’Angiò vietasse alle donne di accedere agli Istituti di insegnamento, le Mulieres Salernitanae e Trotula in particolare si dedicarono allo studio delle problematiche femminili.
In un tempo in cui le donne non venivano nemmeno visitate da un medico del sesso opposto, nasce una branca della medicina completamente dedicata a loro.
tra cosmetica e scienza medica
Un filo conduttore tinto di rosa ha tenuto insieme la vita, lo studio e la produzione letteraria di Trotula De Ruggiero.
Le sue scoperte, straordinarie ed innovative, la portarono ad attribuire alla parola “salute” un significato più amplio: la salute risiede laddove corpo, mente, cuore e vita di relazione coesistono in perfetta armonia.
Il disinteresse dei medici per la cura delle problematiche femminili, la passione e l’empatia che da sempre caratterizzarono il suo approccio alla cura dell’altro e, forse, anche la perdita della madre in età infantile spinsero Trotula a concentrarsi sulla ginecologia, l’ostetricia ed i primi rudimenti di puericultura. La più brillante delle Mulieres, grazie alla propria empatia ed all’assenza di pregiudizi, parlava di argomenti delicati come la sessualità femminile senza finti moralismi: questa capacità le consentì di entrare facilmente in relazione con le altre donne e di liberarle da alcune “trappole” culturali. La sofferenza (e la morte) nel parto, la frigidità e la sterilità non erano condizioni da subire passivamente. Il desiderio sessuale femminile acquistava un’inedita dignità. Attraverso l’igiene, l’attività fisica e l’alimentazione equilibrata si faceva spazio il concetto di prevenzione.
Trotula riconobbe per prima alcune problematiche ancora attuali per la medicina moderna, come la sterilità maschile: un fenomeno, fino a quel momento, attribuito totalmente alla sfera femminile.
I suoi rimedi, tutti poco invasivi, aiutarono le donne a favorire o evitare gravidanze, a simulare una condizione di verginità (un tema particolarmente importante soprattutto per le vittime di violenza), a curare la propria igiene intima sfruttando il potere antibatterico dei petali di rosa (inventando il primo sapone intimo).
Senza ricorrere a pratiche esoteriche, il suo sapere portò luce nelle superstizioni dell’epoca e Trotula, da scienziata autentica, ne lasciò testimonianza in due pubblicazioni: la prima, De passionibus Mulierum Curandarum (Sulle malattie delle donne), divenuta successivamente come Trotula Major, sugli studi legati alla ginecologia ed all’ostetricia; la seconda invece, De Ornatu Mulierum (Sui cosmetici), sulla cura delle malattie della pelle e sulla scienza cosmetica.
De Ornatu Mulierum, il primo trattato di cosmesi
De ornatu mulierum può considerarsi a tutti gli effetti il primo trattato sulla cosmetica. Oltre a riprendere alcuni argomenti relativi balla cura ed l’igiene, Trotula esplora in maniera più ampia il panorama cosmetico senza mai slegarlo dalla sua visione unitaria di benessere. In questo lavoro, la ricerca, l’intuizione, la medicina e la cosmetica si fondono perfettamente, perché è proprio nella bellezza che, secondo l’Autrice, possiamo scorgere il riflesso della salute.
Scritto in latino medioevale, il Trotula Minor rappresenta quindi un’opera completa, al servizio dell’armonia che deve necessariamente caratterizzare ogni persona sana. La De Ruggiero scrive di erbe medicamentose, bagni, pomate, unguenti, massaggi, tutti rimedi mirati al ripristino dell’equilibrio e facilmente accessibili. Attraverso l’analisi minuziosa di 96 tipi di piante e la realizzazione di 63 ricette con preparati di origine animale, vegetale e minerale, Trotula offre rimedi per la cura del corpo e dei capelli, per trattare l’alitosi, per risolvere le principali malattie della pelle senza aggredirla, per curare labbra screpolate. Ma anche schiarire i capelli, o scurirli, ottenere un incarnato roseo, sbiancare i denti per un sorriso più luminoso.
Trotula si approccia alla cosmetologia con la stessa serietà con cui tratta di medicina. Sentirsi belle non è un atteggiamento frivolo, come tacciato dalla cultura medioevale, ma la condicio sine qua non per il mantenimento della necessaria armonia con se stessi che, insieme all’armonia del corpo e delle relazioni con gli altri, ci apre le porte della salute.
Nei secoli successivi, furono molti i tentativi di attribuirsi la paternità dell’opera e degli studi di Trotula De Ruggiero così come di screditarla, al punto tale da mettere in dubbio la sua stessa esistenza. Fortunatamente, il lavoro di diversi studiosi del XIV secolo riportarono alla luce i meriti di questa donna geniale, che..
… con i suoi ideali ha influito sul corso del mondo, gettando le basi per la crescita dell’universo femminile
M.R. Vivo
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